Quattro episodi sparsi
Far le scale
Installazione e performance (2011)
“….l’idea dell’ interpretazione è generalmente reazionaria e soffocante. Come le esalazioni
dell’automobile e dell’industria pesante inquinano l’atmosfera, così le emanazioni delle
interpretazioni artistiche avvelenano le nostre sensibilità.” Questa tirata di Susan Sontag
contro la critica risale a circa mezzo secolo fa. Mi piacerebbe sentire che sparata farebbe
oggi, data l’attuale insopportabile proliferazione di parolai di ogni tipo - critici patentati,
critici di regime, critici creativi, mezzi critici, aspiranti e sedicenti. La povera Susan per
sua fortuna è già morta da un pezzo, e non può più far sparate né provare alcuna
sensazione di soffocamento.
Io, si parva licet ( tant’è un po’ di latinorum non guasta) più modestamente soffro di
ricorrenti crisi di orticaria.
Dunque mi guarderò bene dal far voli pindarici sull’installazione/performance sonora di
Mauro Cossu alla galleria “Artra” di Milano. Mi limiterò ai fatti, d’altronde “finiamola con le
parole, passiamo ai fatti” ci ammoniscono quotidianamente i nostri sgovernanti.
Dura, dura è la vita degli artisti che non si allineano, classificabili perciò come e-gregi:
Mauro Cossu dunque – che ha poche speranze di esser fatto santo subito – merita il
titolo di egregio. Tendenzialmente anarchico, inventa manifestazioni stravaganti spesso
in “luoghi altri”come stabilimenti balneari, grotte, piazze, stazioni ferroviarie occupate da
incazzatissimi manifestanti o mezzi di trasporto: come nell’ultimo storico concerto per
violino, flauto traverso e treno in corsa tenuto sulla metropolitana leggera di Cagliari (che
annoverava tra gli altri partecipanti anche Yari Miele e Marcello Tedesco).
Non disdegnando – tra un’improvvisazione e l’altra - di ingegnarsi come artiere. Cosicché
adesso si presenta alla galleria “Artra” di Milano con un’opera di artigianato
sonoro/concettuale: una scala modulare in legno i cui gradini salgono teoricamente all’infinito,
in realtà fino al soffitto: lì se ne conclude la tortuosa ascesa, metafora della condizione
dell’artista. Mauro l’ha costruita nell’isolamento del suo laboratorio/carcere di Castiadas
durante un mese di lavoro“matto e disperatissimo”(altra citazionedotta, ma in questo caso
è d’obbligo datosi che il grande Giacomino Leopardi di vita dura e sfigata resta fulgidissimo
esempio).
Tali i fatti ridotti all’osso: chi assisterà alla performance potrà goderne liberamente secondo
i dettami di Susan, ovverosia la propria sensibilità.
Chiedo venia per essermi lasciata andare, nonostante i buoni propositi, a qualche citazione
di troppo.
Annamaria Janin